Movie Thumb

Picnic a Hanging Rock (10-11/2)

04 Febbraio , 2025

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Posizione Home 3

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Movie Story

lunedì 10: ore 21.20
martedì 11: ore 17.00

In collaborazione con Cineteca di Bologna

Regia di Peter Weir,  con Rachel Roberts, Dominic Guard, Helen Morse, Jacki Weaver, Vivean Gray. Titolo originale: Picnic at Hanging Rock. Genere Drammatico, – Australia, 1975, durata 115 minuti.

Il film che ha fatto conoscere Peter Weir in tutto il mondo. Tra fantastico e verosimiglianza.
Recensione di Giancarlo Zappoli (mymovies.it)
lunedì 3 febbraio 2025
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Giorno di San Valentino del 1900. Miss Appleyard, che dirige un collegio femminile, organizza per le allieve una gita ad Hanging Rock. Solo una di loro, Sara, non potrà parteciparvi. Ad un certo punto Miranda, con altre tre amiche, di cui una piuttosto riluttante alla fatica, lascia il gruppo per salire sulla montagna. La loro decisione avrà molteplici conseguenze.

Con il suo secondo lungometraggio Peter Weir si fa conoscere ed apprezzare in tutto il mondo.

Non ha attori di richiamo ai quali offrire una svolta nella carriera (lo farà con Robin Williams con L’attimo fuggente, con Harrison Ford in Mosquito Coast e con Jim Carrey in The Truman Show) eppure colpisce al centro ottenendo attenzione non solo in patria (in Australia incassa cifre astronomiche ed anche in Italia, sebbene esca due anni dopo, si fa notare al box office). Quale può essere la causa?

L’attenzione, che continuerà ad avere nelle opere successive, per chi si trova in una condizione di isolamento (anche Truman, senza saperlo, è isolato per quanto viva in una città) nonché un altro elemento che qui inizia a farsi sentire in modo determinante e che sintetizzerà così “Anche la natura è un tema che ricorre in me non coscientemente. È proprio così, io preferisco fare film lontano dalla città. Non è che gli spazi ampi mi siano congeniali, è che li trovo invece più claustrofobici”. Quella claustrofobia che poi trasferirà al massimo livello urbano sempre in The Truman Show.

Qui realizza un film che qualcuno attribuì al genere fantastico mentre altri lo ritennero così verosimile (non tenendo conto del romanzo di Joan Lindsey da cui derivava il soggetto) da andare ad indagare nella zona della montagna per venire a conoscenza dei possibili sviluppi. Perché il finale non offre alcuna soddisfazione allo spettatore sulla risoluzione del mistero. Non ci dice cioè il ‘perché’ di quelle sparizioni. È semmai interessato ad andare a leggere le conseguenze dell’accadimento in chi è rimasto e, a vario titolo, ne soffre.

Non è un caso che chi guida il gruppo nell’ascesa si chiami Miranda. È colei che è da ‘ammirare’ per la sua bellezza, per la sua determinazione e che non potrà più essere ammirata. Idolatrata ed al centro dei pensieri della coetanea Sara (l’unica che non parteciperà alla gita), oggetto di attenzione, insieme alle amiche del giovane inglese Michael, viene ripresa insieme a loro con le tecniche allora portate alla notorietà dal fotografo e regista David Hamilton particolarmente interessato all’erotismo femminile adolescenziale.

Su tutto ciò aleggia il mistero di una montagna che manifesta talvolta forme antropomorfe e che attira a sé con una forza sottile sembrando a volte, grazie ad alcune inquadrature con la macchina da presa posizionata all’interno di una caverna, osservare quell’ascesa che per alcune non vedrà il ritorno e per altre, come Irma, prevederà l’oblio.

Un contributo essenziale alla creazione della giusta atmosfera proviene dalla musica di Gheorghe Zamfir (maestro rumeno compositore ed esecutore di musiche con il flauto di Pan). È poi importante la presenza di Rachel Roberts, una delle migliori caratteriste britanniche dell’epoca che ottenne il ruolo in seguito alla malattia della prima attrice scelta, Vivien Merchant.