venerdì 21: ore 17.00 e 19.10 (vers. it.) – 21.20 (vers. or. sott.)
sabato 22: ore 16.10 – 18.30 – 21.20
domenica 23: ore 16.00 – 18.20 – 20.40
lunedì 24: ore 17.20
martedì 25: ore 21.20 (vers. or. sott.)
mercoledì 26: ore 21.20
Regia di Aaron Schimberg, con Sebastian Stan, Renate Reinsve, Adam Pearson, Owen Kline, Marc Geller. Genere Thriller, – USA, 2024, durata 116 minuti. Uscita cinema giovedì 20 marzo 2025 distribuito da Lucky Red.
Un attore condizionato da una neurofibromatosi che gli segna il volto vuole provare un trattamento sperimentale per cambiare aspetto.
GOLDEN GLOBE 2025 COME MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (COMMEDIA O MUSICAL)
ORSO D’ARGENTO COME MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA AL FESTIVAL DI BERLINO 2024
Un film che si eleva al di sopra della satira facile sfoggiando un tono del tutto originale.
Recensione di Tommaso Tocci (mymovies.it)
venerdì 16 febbraio 2024
Edward vive a New York con l’ambizione di fare l’attore, ma il suo aspetto fisico è pesantemente condizionato dalla neurofibromatosi che gli segna il volto. Abituato allo sdegno altrui, o peggio all’indifferenza totale, l’uomo si invaghisce immediatamente della norvegese Ingrid, autrice teatrale, quando questa si trasferisce nell’appartamento vicino. I due sembrano avviare un rapporto autentico, ma Edward sente di non avere speranze con lei. A meno che non accetti di provare un nuovo trattamento medico che sembra potergli donare un aspetto “normale”, credendo che questo risolva tutti i suoi problemi.
Brillante satira dei temi della rappresentazione nel mondo dello spettacolo, oltre che viscerale e grottesca esplorazione di identità e gelosia, il terzo film di Aaron Schimberg sfoggia un tono decisamente originale, mescolando il sapore autentico della commedia newyorchese vecchia scuola con delle riflessioni ardite sulla mise en abyme di personaggi che si specchiano l’uno nell’altro alla ricerca di sé.
Dopo Chained for Life, di cui rappresenta un’evoluzione su un soggetto simile e del quale riprende la collaborazione con l’attore Adam Pearson (afflitto proprio da neurofibromatosi) il regista fa un provocatorio passo ulteriore mettendo a contrasto Pearson con un volto che rappresenta l’attrattività più convenzionale del cinema popolare americano (Sebastian Stan, il quale per la verità negli anni ha cercato di demolire quella parte di sé con diversi ruoli non scontati, di cui questo rappresenta forse il culmine), prima sotto pesante make-up e poi al naturale.
Quello di Edward è un percorso che mette il protagonista ripetutamente di fronte alle mancanze di carattere, che a dispetto delle varie trasformazioni fisiche è molto più difficile da cambiare. Ma l’idea del film è più sottile di una semplice critica alla vanità umana; con l’arrivo del terzo atto la storia si arricchisce di così tanti livelli nuovi da far vacillare ogni equilibrio.
La presenza di Renate Reinsve (star di La persona peggiore del mondo al primo ruolo in lingua inglese) ha un che di surreale nella sua alterità ed è forse il più indifendibile per come si perde nella sua vacuità tra palcoscenico e vita reale. L’arrivo di Oswald, interpretato da Pearson, è la chiave di tutto ed è ciò che eleva il film al di sopra della satira “facile” di certo cinema che ha toccato territori simili, su tutti con Ruben Östlund e Kristoffer Borgli.
Certamente si ride, non solo per i pregevoli dialoghi tra i protagonisti ma per la cura appassionata verso i tanti ruoli minori che tratteggiano un bozzetto di vivace e bizzarra vita newyorchese. Ma la profondità più oscure dell’opera non va sottovalutata, arrivando a includere una nota di body horror cronenberghiana e un senso di stravolgimento del reale in stile Kaufman.