martedì 8 ore 17.00 e 21.30 – v. or. sott. it.
mercoledì 9 ore 19.15 – v. or. sott. it.
Un film di Radu Jude, con Katia Pascariu, Claudia Ieremia, Olimpia Malai Titolo originale Babardeala cu buclucsau porno balamuc. Drammatico, durata 106 min. – Romania, Repubblica ceca, Lussemburgo, Croazia 2021. – Lucky Red uscita giovedì 29 aprile 2021
Orso d’Oro al Festival di Berlino 2020
“Emi, un’insegnante gira per uso privato un video ad alto tasso di erotismo che però finisce su PornHub e viene scoperto dai suoi allievi. Viene immediatamente convocata l’assemblea dei genitori che debbono dare un parere dirimente sulla sua futura presenza nella scuola.
L’eclettico regista romeno non rinuncia neppure questa volta a mettere il dito cinematografico nelle piaghe della società romena sia per quanto riguarda i suoi scheletri del passato celati nell’armadio della Storia sia per quanto attiene al falso moralismo di quest’era digitale (e pandemica visto che nel film le mascherine, chirurgiche e non, sono d’ordinanza). Queste ultime finiscono con il diventare facile simbolo di ciò che i suoi connazionali preferiscono occultare. Procedimento che Jude rifiuta alla radice sin dalla prima sequenza del film che è un film porno a tutti gli effetti del quale nulla viene censurato. È il casus belli che accompagnerà, con modalità diverse la tripartizione che segue.
Nella prima seguiamo i movimenti nella città della protagonista prima che raggiunga la riunione dei genitori. Si tratta di un trattato di sociologia urbana nel quale la macchina da presa dichiara a più riprese la propria presenza mostrandoci un ampio catalogo di contraddizioni che innervano la capitale della Romania. Nella seconda assistiamo poi a un dichiarato catalogo (con tanto di ordine alfabetico) di eventi e situazioni debitamente commentate per passare poi alla riunione in cui tutto il peggio della subcultura finisce con l’emergere. Una subcultura che si alimenta oltre che, ovviamente, di sessismo che non origina solo dai maschi, anche di razzismo profondo, di complottismo e di nostalgia di un passato precomunista.
Jude non teme il grottesco ed anzi lo cerca così come la provocazione estrema. Questo è forse il suo limite perché, certo com’è di piacere a quelli che la pensano come lui, finisce con il mancare il target più giovane che nel suo film troverebbe materia per discutere dell’attuale stato di salute sociale della Romania ed invece se lo ritroverà vietato e dovrà andarselo a cercare sul web come visione privata. Mentre, con qualche forzatura in meno, avrebbe meritato uno spazio di riflessione proprio in quei luoghi in cui la sua protagonista esercita la sua professione: le scuole superiori”. (Giancarlo Zappoli, mymovies.it)