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Disco Boy

27 Febbraio , 2023

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Movie Story

Regia di Giacomo Abbruzzese, con Franz Rogowski, Morr N’Diaye, Laetitia Ky, Leon Lucev, Matteo Olivetti – Francia, Italia, Polonia, Belgio, 2023, durata 92 minuti. Uscita cinema giovedì 9 marzo 2023 distribuito da Lucky Red.

PREMIO PER IL MIGLIOR CONTRIBUTO ARTISTICO AL FESTIVAL DI BERLINO 2023

 

UN FILM DI FANTASMI CHE ESCE DAI CANONI DI GENERE PER RIFLETTERE SUI TRAUMI CHE LA GUERRA LASCIA NELL’INCONSCIO (di Giancarlo Zappoli, mymovies.it)

Aleksei è un giovane bielorusso che cerca di raggiungere clandestinamente la Francia. Una volta arrivato l’unico modo per poter essere regolarizzato è di aderire alla Legione Straniera. Si troverà così a combattere sul delta del Niger dove un giovane, Jomo, a sua volta combatte contro le multinazionali che sfruttano il territorio. Sua sorella Udoka vorrebbe invece lasciare il Paese. Aleksei e Jomo si incontreranno e si scontreranno. Ma non solo.

Disco Boy è un film che parla di guerra uscendo dai canoni del genere per affrontare sensazioni e traumi che permangono nell’inconscio.

È un film di fantasmi quello che Abbruzzese ci propone. Sono ectoplasmi della memoria che tornano a tormentare chi ne ha visto e toccato concretamente i corpi e non può più liberarsene. Grazie a intuizioni visive di grande efficacia (si veda a titolo d’esempio il combattimento corpo a corpo tutto visto con l’ottica dell’infrarosso notturno) veniamo immersi nel vissuto di un uomo che lascia il proprio Paese in cerca di una nuova vita e si trova invece a misurarsi, quasi sin da subito, con la morte. Una morte procurata e un’altra, di chi hai più vicino, subìta.

Nello sguardo di Franz Rogowski che interpreta Aleksei permane un continuo interrogarsi sul senso dell’esistenza sia che stia cercando di entrare clandestinamente in Francia, sia che stia sperimentando il duro addestramento della Legione Straniera. Perché questo non è un film, come altri ne abbiamo visti, sui corpi militari speciali e sulla loro struttura gerarchica pressoché assoluta. Abbruzzese si colloca semmai sulla scia di chi, come Clint Eastwood con Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima ha mostrato la guerra dai fronti opposti.

Qui i due ‘nemici’ sono Aleksei e Jomo, entrambi quasi ‘necessitati’ a combattere, l’uno per trovare un proprio posto nel mondo e l’altro per difendere il proprio villaggio dalla devastazione. Pronto, quest’ultimo a ricomparire nelle ossessioni dell’altro.

La scena in cui Aleksei, di fronte alla morte di donne e bambini, chiede l’autorizzazione per poter intervenire e questa gli viene negata perché lo scopo del suo intervento deve essere un altro, si rivela come estremamente significativa. Di fronte alla disumanità di chi non ha altri obiettivi che quelli prefissati da una logica bellica d’ingaggio c’è allora bisogno di un rifugio.

In un film di fantasmi questo viene a concretizzarsi in un corpo femminile statuario che non è oggetto del desiderio pulsionale ma bisogno estremo di un ritrovamento di un’umanità altrimenti destinata inesorabilmente a perdersi in logiche che di umano non hanno più nulla.