per Altre Visioni: in collaborazione con Gruppo Fotoamatori Pistoiesi
lunedì 14 aprile: ore 21.20
Regia di Lee Shulman. Genere Documentario, – Francia, Gran Bretagna, 2024, durata 70 minuti.
Un documentario pop, ironico e accattivante su un fotografo rivoluzionario.
Recensione di Silvia Guzzo (mymovies.it)
lunedì 17 febbraio 2025
Documentarista, umorista, fine commentatore della società britannica, instancabile lavoratore. Nel corso della sua prolifica carriera Martin Parr ha pubblicato 120 libri, girato il mondo, inventato un nuovo modo di intendere la fotografia, senza mai smettere di ritrarre i suoi soggetti preferiti: le persone nella loro quotidiana spontaneità. Non c’è luogo in cui Parr non troverebbe qualcosa, o meglio qualcuno, che catturi la sua attenzione. Attraverso le parole del protagonista e della moglie, unite alle testimonianze di critici d’arte, fotografi, galleristi, colleghi e amici, il film ricostruisce la figura di un artista iconico e all’avanguardia, che ha immortalato il mondo senza filtri, in tutta la sua naturale e drammatica comicità.
Con I Am Martin Parr Lee Shulman dirige un documentario pop, ironico e accattivante, capace di mimetizzarsi alla perfezione nello stile e nella visione artistica del suo adorabile protagonista.
In ogni luogo si nasconde qualcosa di eccentrico, tragico e allo stesso tempo divertente: la difficoltà sta nel riuscire a catturarlo nel momento esatto in cui si manifesta. Per poter immortalare questi attimi fuggenti è necessario tenere sempre alta l’attenzione, mimetizzandosi il più possibile nell’ambiente circostante: questa la strategia adottata dal fotografo britannico Martin Parr, appassionato osservatore della realtà.
Entrati nell’immaginario collettivo, gli scatti di Parr nascondono un’articolata complessità: sotto la superficie umoristica e pop delle sue fotografie si cela un’ode alla naturale spontaneità del reale, foriera di elementi assurdi e accattivanti. L’artista mescola nel suo lavoro opposti solo all’apparenza inconciliabili: eccentricità e normalità, coinvolgimento e distacco, satira ed empatia, paradosso e realtà, umorismo e tragicità. Fotografo all’avanguardia e abile narratore della società britannica, nel corso della sua carriera ha dovuto scontrarsi con i pregiudizi degli accademici: ha per questo dato vita a una fondazione il cui scopo è sostenere giovani fotografi documentaristi, spesso sottovalutati dalla critica e da certi ambienti artistici.
La sua storia viene raccontata attraverso le testimonianze di amici, colleghi, musicisti, galleristi e studiosi, ma anche grazie alle sue stesse parole: seguiamo Parr da vicino nelle giornate lavorative, lo vediamo interagire con garbo e interesse con i soggetti dei suoi ritratti. Le immagini si alternano alle fotografie da lui scattate nel corso degli anni e osserviamo l’evoluzione del suo stile, dalle opere in bianco e nero a quelle a colori, passando per i ritratti dei viaggiatori, dei lavoratori giapponesi e, soprattutto, della middle class britannica; arrivando infine ai lavori dedicati al cibo.
Tutto in I Am Martin Parr rispecchia il suo protagonista: documentario su un documentarista, il film ha una fotografia che richiama quella degli scatti dell’artista inglese e lo racconta attraverso uno sguardo interessato, empatico e allo stesso tempo divertito – lo stesso che Parr riserva ai suoi soggetti. Il risultato è un lungometraggio intimo e appassionante, che ricostruisce la carriera e l’evoluzione stilistica di un artista che ha rivoluzionato la fotografia contemporanea.
Dell’ironico cronista del kitsch britannico riusciamo a scorgere anche qualche tratto della personalità: non tutto però, perché Parr è un uomo sensibile e misterioso, a cui non piace parlare troppo. Di conseguenza, il documentario a lui dedicato non può certo perdersi in chiacchiere, ma deve puntare l’obiettivo dritto verso il suo soggetto, senza indugi, lasciando l’interpretazione allo sguardo degli osservatori.