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Il libro delle soluzioni

16 Ottobre , 2023

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Movie Story

venerdì 3: ore 17.20 – 19.20 (annullati causa maltempo)
sabato 4: ore 16.20 – 21.20
domenica 5: 15.50 – 20.40
lunedì 6: ore 17.00
mercoledì 8: ore 19.20

giovedì riposo settimanale

Regia di Michel Gondry, con Pierre Niney, Vincent Elbaz, Blanche Gardin, Françoise Lebrun, Camille Rutherford. Titolo originale: Le Livre des solutions. Titolo internazionale: The Book of Solutions. Genere Commedia, – Francia, 2023, durata 102 minuti. Uscita cinema mercoledì 1 novembre 2023 distribuito da I Wonder Pictures

L’IRRESISTIBILE RITORNO DI MICHEL GONDRY CHE DENTRO AD UNA COMMEDIA ESILARANTE METTE TUTTA LA SUA INFANZIA, INTELLIGENZA E DEPRESSIONE.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 22 maggio 2023
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Marc, regista in ambasce, “triste la mattina e manipolato al pomeriggio”, gira film che non vuole vedere. Ipercinetico e soggetto a frequenti crisi di collera, fugge i produttori che vorrebbero ridimensionare il suo lavoro e si ripara nelle Cevenne, nella casa di una vecchia zia che sa meglio di chiunque altro gestire la sua instabilità. In quell’angolo di mondo trascina tutti i suoi collaboratori, i più fedeli, deciso a realizzare finalmente la sua opera più radicale. Incontenibile e ossessivo, tormenta la sua équipe giorno e notte e trova mille scuse per distogliere la sua attenzione dal progetto principale. In pieno montaggio si lancia in progetti folli e stravaganti: la costruzione di uno studio di montaggio in un camion, un documentario su una formica (ogni giorno la stessa!), un film d’animazione su una volpe che si sogna parrucchiera… Ogni nuova idea rincorre la precedente, fino al giorno della verità e dell’ultimo ciak.

Dopo un silenzio di otto anni, Michel Gondry ritorna con un film ‘confidenziale’, un delirio autocentrato che fa il punto sugli anni di inattività.

A immagine del suo personaggio, un autore in piena crisi esistenziale e creativa, si è rifugiato anni prima da sua zia, nella stessa casa ‘abitata’ dal suo film. Si è rinchiuso e isolato proprio come lui per concludere The Book of Solutions e prendere altrettante decisioni irrazionali. Perché Marc e Michel sono i re dello sbroglio. In quel ripostiglio di oggetti accantonati che è la loro mente, recuperano le idee e gli arnesi con cui realizzano i loro film fantasiosi, saturi di trucchi e sorprese, gadget e cambi di scala.

Con The Book of Solutions, Gondry ritorna alla commedia e fa centro. Il dolore stempera nelle immagini costantemente esilaranti, disegnando il profilo di un uomo e di un autore sopraffatto dalla vita e dal suo stesso progetto. Inciampando in un improbabile caos tecnico, il protagonista è mosso da una vera passione e dal desiderio di creare qualcosa che gli somigli davvero. Il film si fa allora laboratorio analitico per Gondry che ritorna sulla sua depressione e documenta attraverso la finzione questa lunga pausa nella sua filmografia, l’ultimo lavoro, Microbo & Gasolina risale al 2015.

Il mestiere è passato in rassegna: i conflitti dell’ego, la concorrenza, la difficoltà a far accettare un progetto, i produttori canaglie, i problemi personali… A incarnare l’autore maniaco-depressivo, dittatoriale ma sempre irresistibile, ci pensa invece Pierre Niney, lunga silhouette e sorriso timido, che scatena la risata a colpi di repliche e di slapstick. In fondo al suo sguardo c’è tutta l’infanzia intatta di Gondry, tutta l’intelligenza e la carica esplosiva di un procrastinatore seriale, che moltiplica progetti eccentrici e sovente effimeri per rimandare la vita e le sue scadenze.

Michel Gondry si spinge lontano con l’autoironia, offrendo al suo alter ego fittizio un incredibile terreno di gioco. Un playground che rivela una vocazione comica evidente e completamente sbrigliata. Vedere per credere. La sequenza in cui Pierre Niney dirige un’orchestra mimando una partitura inesistente col corpo, bilanciato come una bacchetta, è uno dei prodigi di questa ‘commedia bricolage’.

Perché come ogni altro lavoro di Gondry, The Book of Solutions è un omaggio alla dimensione artigianale del cinema e a zia Suzette, la sua più grande ammiratrice. Nel film è interpretata da Françoise Lebrun, volto immortale di La maman et la putain e sguardo verde acqua che accarezza e consola. Alla cara Suzette, insegnante di campagna itinerante, Gondry aveva consacrato quattordici anni prima La spina nel cuore, schizzando una memoria intima e collettiva. Una breve storia della scuola francese: l’assenza di formazione dei maestri dell’epoca, la loro vita nomade e rurale, la classe unica. Nella sua casa ripara per elaborare la sofferenza passata e sublimarla in un irresistibile ritorno. La morale del giocattolo questa volta è ancorata al cuore.