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Il teorema di Margherita

25 Marzo , 2024

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Movie Story

venerdì 5: ore 17.00
sabato 6: ore 18.30
domenica 7: ore 20.40

GIOVEDI’ RIPOSO SETTIMANALE

Regia di Anna Novion, con Ella Rumpf, Jean-Pierre Darroussin, Clotilde Courau, Julien Frison, Sonia Bonny. Titolo originale: Le Théorème de Marguerite. Genere Drammatico, – Francia, Svizzera, 2023, durata 112 minuti. Uscita cinema giovedì 28 marzo 2024 distribuito da Wanted.

UNA REGIA EFFICACE CHE COCCOLA LO SPETTATORE E LO CONQUISTA COL GUSTO GENTILE DI UN’OSSESSIONE FILOSOFICA.
Recensione di Tommaso Tocci (mymovies.it)
martedì 23 maggio 2023
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Dottoranda in matematica all’École normale supérieure, la talentuosa Marguerite è talmente a suo agio da girare in pantofole per la facoltà. Il futuro sembra scritto, tra una discussione di tesi con il professor Werner e una carriera davanti per cercare di dimostrare, chissà, la mitologica congettura di Goldbach. Ci vuole il nuovo arrivato Lucas per notare un errore che rimette in discussione la tesi e per estensione la vita stessa di Marguerite, che reagisce mollando tutto e ricalcolando il suo percorso altrove.

Con alle spalle un paio di lungometraggi e alcune regie televisive, Anna Novion dirige in modo efficace se non particolarmente originale una storia tutta incentrata sulla magia della matematica, tema difficile da tradurre al cinema e proprio per questo intrigante.

È un mondo fatto di sogni di gloria senza tempo, a caccia di prove che da secoli ci sfuggono, e di lavagne enormi che sovrastano gli umani e faticano a contenere un fiume di formule. Lavagne che, scorrendo l’una sull’altra, recidono come una ghigliottina le certezze di Marguerite nel primo atto, lasciandola senza parole e senza il coraggio di voltarsi verso una platea di colleghi esterrefatti.

Lavagne che tornano poi più avanti, stavolta prive di binari, fluide e pitturabili su ogni superficie di un appartamento fino a inglobarlo di possibilità e speranze. Sarà una delle sequenze più ispirate in un film che, come la sua protagonista, non sempre trova facile scavalcare i confini prestabiliti della narrazione; al di là dell’ambientazione, Le théorème de Marguerite segue essenzialmente un canovaccio molto standard.

Una volta stabilito che non ci saranno sorprese, si può però godere del ritratto riuscito di una ragazza che si accorge di aver consacrato alle aule universitarie una parte forse troppo grande del suo essere. È buffo che a interpretarla, in tutta la sua guardinga timidezza, ci sia una performer vivace come Ella Rumpf, già vista in Raw di Julia Ducournau (Titane) e in Tokyo vice. Nascosta “alla Clark Kent” una gran parte di umanità dietro agli occhialini, Rumpf procede poi a ritrovarla passo dopo passo, attraverso incontri e re-incontri (il “rivale” Lucas, una nuova coinquilina che non ha paura della sensualità, una madre preoccupata) che la portano alla periferia di Parigi, tra ristoranti cinesi e partite clandestine di Mahjong.

Se la matematica si fonda sulla capacità di immaginare strade nuove verso un obiettivo lontano, il film di Novion offre invece il piacere complementare di un già visto che coccola lo spettatore e si declina al gusto gentile di un’ossessione filosofica, ricordandoci che abbandonarla per un po’ aiuta sempre a rimetterla a fuoco.