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La notte del 12 (27-28/10; 1/11)

23 Settembre , 2022

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Movie Story

per Altre Visioni

giovedì 27 ore 21.20 – v. or. sott. it
venerdì 28 ore 17.00 – vers. it
martedì 1 ore 21.20 – vers. it

Regia di Dominik Moll, con Bastien Bouillon, Bouli Lanners, Anouk Grinberg, Théo Cholbi, Johann Dionnet. Cast completo Titolo originale: La nuit du 12. Genere Thriller, – Francia, 2022, durata 114 minuti. Uscita cinema giovedì 29 settembre 2022 distribuito da Teodora Film

In un paesino di montagna nella Francia sud-orientale, in una tranquilla notte d’autunno, la giovane Clara viene orribilmente uccisa da uno sconosciuto che le dà fuoco in strada. Da poco arrivato a capo della polizia giudiziaria di Grenoble, il giovane capitano Yohan Vivès indaga sulla vita privata della ragazza, sulle sue frequentazioni e sulle sue abitudini, per cercare il colpevole dell’omicidio. Dietro la tranquillità della provincia anonima si celano come sempre segreti e misteri, ma il caso di Clara rischia di diventare uno dei tanti destinati a rimanere irrisolti…

Dietro la trama del film di Dominik Moll ci sono le tante storie vere degli omicidi che rimangono senza un colpevole: almeno il 20% di quelli denunciati, come informa la didascalia iniziale. La matassa che la polizia non riesce a sbrogliare è quella di una realtà complessa, intricata, senza un ordine o una direzione, di fronte alla quale la semplice legge non può fare abbastanza.

L’empatia del rapporto con l’altro è perciò ciò che cerca il protagonista del film, il comprensivo, attento, eppure anche lui impotente commissario Yohan, che passa anni a inseguire piste e sospetti per dare un volto all’assassino della povera Clara. Di fronte alla tentazione di trasformare la vittima in colpevole – poiché la bionda e appariscente Clara collezionava amanti e, dunque, per molti abitanti è in qualche modo responsabile della sua fine… – Yohann interroga, ascolta, discute, alla lunga si ostina a scorgere a tutti i costi una luce laddove regna il buio. Quel stesso buio orrendamente squarciato dal corpo in fiamme di Clara, e poi tornato all’inerme normalità di sempre.

Chiamata per tradizione a rimettere in ordine i pezzi della realtà, la figura del detective, spesso solitaria e senza vita privata, oppone la razionalità della logica all’irrazionalità del male; la forza della legge alla furbizia del presunto criminale. Di fronte alla morte di Clara, però, tutto questo non basta. E non è un caso che Yohan sia costretto a controllare e poi allontanare soprattutto l’amico e collega Marceau (un grande Boulin Lanners), burbero e irascibile, che considera le indagini l’occasione di una rivalsa personale contro la moglie che lo ha tradito. L’umanità di Yohan, la sua solitudine da copione e la sua necessaria equidistanza dagli orrori che testimonia, lo avvicinano il più possibile alla verità, senza tuttavia permettergli di arrivare alla soluzione del caso.

Senza la complessità di messinscena di altri film che hanno raccontato il lavoro delle forze dell’ordine francesi (vengono in mente Legge 627 di Tavernier, Polisse di Maïwenn, prima ancora Police di Pialat), Moll usa il personaggio del capitano, e lo sguardo pieno di compassione dell’attore Bastien Bouillon, per provare a unire i punti di un mosaico incompleto e inquietante, immerso nella calma ovattata della vita di montagna.

Il pensiero va ovviamente anche a Zodiac, per via di una trama destinata a rimanere sospesa: ma la razionale costruzione dell’indagine da parte di Fincher qui è sostituita da uno sguardo più dimesso, quasi rassegnato.

La notte del 12 procede come un poliziesco: dalla scena iniziale dell’omicidio disegna il quadro di un’indagine complessa indefinita. Ogni possibile pista seguita da Yohan e dai colleghi, con i suoi sospettati, i suoi interrogatori e le sue situazioni dure da accettare (l’indifferenza verso Clara da parte del fidanzato ufficiale, la volgarità di uno dei suoi amanti, le reticenze della migliore amica…), allontanano dalla soluzione del caso e al tempo stesso approfondiscono il quadro di un’umanità incapace di accettare il mistero degli altri – dei loro desideri, delle loro ragioni – prima ancora che quello della morte.

È questo aspetto quasi metafisico a interessare il regista, che con il suo noir malinconico trasforma Clara nella vittima sacrificale di una società indifferente e Yohan nel suo redentore chiamato a fallire. La ragione per cui l’omicidio di una povera ragazza bruciata viva rimane insoluto sta perciò nella sua ferocia repressiva, incomprensibile ma ineliminabile, di fronte alla quale non c’è essere umano che sappia trovare una spiegazione.