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La signora della porta accanto (dal 5/2)

22 Gennaio , 2024

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Movie Story

lunedì 5: ore 21.20 – vers. orig. sott. ita.
martedì 6: ore 17.20 – vers. orig. sott. ita.
mercoledì 7: ore 19.20 – vers. orig. sott. ita.

lunedì 12: ore 21.20 – vers. orig. sott. ita.
martedì 13: ore 17.20 – vers. orig. sott. ita.

Regia di François Truffaut, con Henri Garcin, Fanny Ardant, Gérard Depardieu, Roger Van Hool, Veronique Silver. Titolo originale: La femme d’à côté. Genere Drammatico, – Francia, 1981, durata 106 minuti. Uscita cinema lunedì 5 febbraio 2024 distribuito da Cineteca di Bologna.

Dopo dieci anni di lontananza, due ex amanti si scoprono vicini di casa. Sono entrambi sposati, ma riallacciano la loro appassionata relazione, che prende da subito una piega morbosamente violenta.

TRUFFAUT RILEGGE L’AMOUR FOU SENZA FARSI AFFASCINARE DALLE DERIVE DEL FEUILLETON MA OSSERVANDO I SUOI PROTAGONISTI OGGETTIVITÀ, MA ANCHE CON COMPRENSIONE.
Recensione di Giancarlo Zappoli (mymovies.it)
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In un paese vicino a Grenoble la signora Odile Jouve, che gestisce il circolo del tennis, introduce la vicenda di Mathilde e Bernard. Philippe, controllore di volo, e sua moglie Mathilde vanno a vivere in una casa che si trova di fronte a quella di Bernard Coudray, di sua moglie Arlette e il figlio Thomas. Mathilde e Bernard si sono amati di un amore passionale otto anni prima e ora fingono di non conoscersi. Era stata lei a voler troncare la loro relazione ma adesso entrambi si trovano di fronte a un sentimento che riesplode dando origine a una catena di eventi che coinvolgono anche le reciproche famiglie.

Il progetto risale a diversi anni prima della sua realizzazione e a cui si pensava dovessero partecipare come protagonisti Jeanne Moreau e Charles Denner.

La collaborazione con Gérard Depardieu per L’ultimo metrò si unisce a questa riflessione: “Quando ebbi l’occasione di vedere, fianco a fianco, Fanny Ardant e Gérard Depardieu (alla serata dei Cèsars), ebbi la sensazione che cinematograficamente quella fosse una bella coppia, due figure alte, il biondo e la bruna, un uomo apparentemente semplice ma complicato, una donna apparentemente complicata ma in realtà semplice come un arrivederci.”

Truffaut ha spesso amato il numero dispari nelle vicende amorose identificandolo con il numero 3, In Jules e Jim, in La calda amante così come in Le due inglesi, le opere più rappresentative in materia mutavano le appartenenze sessuali ma il cosiddetto triangolo dominava. Ora il rischio è quello della ‘banalità’ delle due coppie ma viene evitato grazie al personaggio di madame Odile.

E’ colei che ha vissuto il fuoco della passione che ha lasciato un segno indelebile sul suo corpo così è accaduto a Mathilde. E’ alla sua ‘saggezza’ che viene chiesto di introdurre e chiudere la vicenda ma anche di indicare una possibile via d’uscita grazie a una scelta che compie con grande consapevolezza.

Truffaut rilegge l’amour fou senza farsi affascinare dalle derive del feuilleton ma osservando i suoi protagonisti con l’oggettività, ma anche con la comprensione, di chi, in fasi diverse della vita, ha vissuto le loro angosce, le loro ansie, i loro abbandoni. Lo fa, senza preoccuparsi delle possibili critiche degli intellettuali, recuperando anche la cultura erroneamente ritenuta ‘bassa’: “Ciascun film, ciascun romanzo, sempre che siamo ancora in grado di vedere e di leggere, sembra parafrasare la nostra pietosa avventura, ogni canzone sentita alla radio parla di noi, denuncia i nostri errori e conferma il nostro annientamento : ‘senza amore non si è niente'”.