per la rassegna “Diversismi – Pistoiainterculturale”
in collaborazione con Centro Interculturale, Cooperativa Pantagruel / Cooperativa Saperi Aperti e Comune di Pistoia
Proposta di Attività in collaborazione e sinergia con il Progetto SPRAR Pistoia 2019
Regia di Laetitia Carton. Un film Da vedere 2018 Titolo originale: Le grand bal. Genere Documentario – Francia, 2018, durata 95 minuti. Uscita cinema giovedì 2 maggio 2019 distribuito da Barz and hippo
Ogni estate a Gennetines, paesino dell’Alvernia, duemila persone arrivano da ogni parte del mondo per ballare, per sette giorni e otto notti di fila. Non è un rave, e non è una gara di resistenza come quelle ai tempi della Grande Depressione: è il Grand Bal de l’Europe, festival di danza popolare dove chiunque, giovani e anziani, francesi e non, si lanciano in polke e mazurke, quadriglie e gironde, valzer impari e circoli circassiani. Un fiume umano il movimento che la mattina riceve lezioni da esperti provenienti da tutta Europa (sì, anche l’Italia, con insegnanti di pizzica a taranta) intenti a mostrare loro i passi base delle danze tradizionali, e la sera balla fino allo sfinimento, per poi lasciare posto ai giovanissimi protagonisti del “boeuf”, la versione notturna del Grand Bal, o unirsi a loro non stop.
Sotto i grandi tendoni allestiti ad hoc si svolgono le lezioni e gli incontri serali: ogni ora e mezza si cambia stile di danza e musica, eseguita da instancabili suonatori di violino e clarinetto, contrabbasso e cornamusa, e soprattutto fisarmonica, il più francese e il più nostalgico degli strumenti – perché il Grand Bal è anche un’operazione nostalgia che ci ricorda quando i nostri nonni e bisnonni ballavano insieme fino all’alba sull’aia, durante matrimoni e feste di paese.
La documentarista francese Laetitia Carton ha scelto il Grand Bal del 2016 per raccontare questa esperienza collettiva e si è piazzata in messo ai danzatori, ma anche sopra di loro o ai loro piedi, filmando ogni secondo di questa interminabile kermesse. A poco a poco i partecipanti si abbandonano completamente alla musica perdendo la nozione del tempo, in coppie improvvisate e con continui scambi di partner, uomini con donne ma anche uomini con uomini e donne con donne, ballando in gruppo, qualche volta cantando insieme alle orchestrine. La cinepresa sta tanto sui loro corpi quanto sui loro visi, raccontandone le emozioni, il divertimento, l’estasi, la sensualità, e filma le loro scarpe consumate, pensate per un ballo di resistenza: scarpe logore ed esauste, eppure ancora in movimento.
Ma Le Grand Bal non è solo il documentario su una kermesse di danza popolare: è anche il resoconto della convivenza dei danzatori nell’enorme tendopoli improvvisata condividendo bagni, grandi bevute e street food, tutti disciplinati da una macchina organizzativa capillare. Che cosa porta questa comunità danzante verso Gennetines? Il desiderio di lasciarsi andare ed entrare in contatto con gli altri, ritrovando quel senso della collettività accantonato dall’individualismo quotidiano, quel ritmo della natura schiacciato dalla frenesia cittadina. “Senza ballare sarebbe troppo dura”, afferma un ragazzo che per campare fa l’idraulico.
Le Grand Bal entra a pieno diritto fra i film sulla gioia della danza, da Ballando ballando a Lezioni di tango, da Ballroom – Gara di ballo a Shall We Dance?, e si accosta a documentari recenti come Vai col liscio o Sagre balere. Ma è anche uno studio sulla ricerca di una connessione umana e di quella “bellezza insostenibile” generata dall’incontro fra corpi e musica. E Carton racconta i momenti di massima esultanza e intimità azzerando il sonoro, a riprova che la danza e il ritmo musicale sono il volano, ma ciò che prende il volo è l’anima. (Paola Casella, mymovies.it)