a cura di Rotary Club Montecatini Terme
ore 20.30 Collegamento con Marina Cicogna e presentazione del film da parte del regista Andrea Bettinetti e del produttore Riccardo Biadene
ore 21.00 proiezione del film
Biglietti ordinari
di Andrea Bettinetti, con Liliana Cavani, Marina Cicogna, Ginevra Elkann, John Elkann, Giancarlo Giammetti. Genere Documentario, – Italia, 2021, durata 79 minuti.
In viaggio con Marina Cicogna da Roma, la città in cui vive, a Venezia, città d’origine della sua famiglia, passando, grazie ai materiali d’archivio, per i luoghi che hanno segnato la vita e la carriera di prima grande produttrice tra la fine degli anni Sessanta e i primi Settanta, con registi come Pier Paolo Pasolini, Sergio Leone, Vittorio de Sica, Francesco Rosi, Liliana Cavani, Lina Wertmüller e Elio Petri con il quale vinse l’Oscar per il migliore film straniero nel 1971 con Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. Completano il documentario le interviste a suoi amici come Franco Nero, Jeremy Irons, Alessandro Michele, Diane Von Fürstenberg, Frederic Mitterand, Ornella Vanoni.
Marina Cicogna – La vita e tutto il resto è il racconto della carriera della prima produttrice donna italiana che riflette la storia del cinema, non solo italiano, ma anche la storia tout court del nostro Paese.
Realizzare un film documentario su Marina Cicogna, oggi ottantasettenne, significa raccontare un mondo che non esiste più. Sembra una banalità che però serve anche a dare il giusto valore alla testimonianza della stessa Cicogna e al materiale d’archivio che si spinge fino a quasi cento anni fa, maggio 1932, con le immagini delle nozze in piazza San Marco a Venezia tra i suoi genitori, Annamaria Losanna Volpi di Misurata, figlia di Giuseppe, ossia il Conte Volpi creatore in quello stesso anno della prima Mostra del cinema, e Cesare Cicogna Mozzoni, un aristocratico milanese. Da quell’unione nasce Marina, di un anno più grande del fratello, che, fin da piccola, dimostra determinazione e consapevolezza di donna libera.
Il film è un ritratto intimo delle ‘famiglie’ di Marina Cicogna che si riflette soprattutto nelle sue città di appartenenza. Un viaggio che capiamo avrebbe potuto essere più esteso e internazionale se non ci fosse stata la pandemia. Il tentativo registico di Andrea Bettinetti è infatti quello di far rivivere i luoghi a lei cari per catturare le sue emozioni in presa diretta. Certo l’austerità di Marina Cicogna fa sì che quasi mai si scomponga mentre il misurarsi con il passato, anzi la sua impossibilità, infine la sua negazione, diventa una delle caratteristiche più belle e profonde di questo lavoro scritto da Alejandro de la Fuente e Elena Stancanelli.
Il racconto familiare non può poi nascondere una certa freddezza di rapporti sia con il padre che con la madre. Proprio la parte relativa all’investimento finanziario materno nella casa di distribuzione, e poi di produzione, Euro International Pictures, fa trasparire la difficoltà di Marina Cicogna ad essere riconosciuta come produttrice proprio in famiglia. È così che inizia a distribuire capolavori come Bella di giorno di Buñuel e a produrre i film di Pasolini (Medea), Rosi (Uomini contro), Patroni Griffi (Metti una sera a cena) ma soprattutto Elio Petri (Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto).
A questo punto del racconto arriva il suicidio nel 1971 del fratello Bino scappato a Rio de Janeiro per uno scandalo finanziario con i genitori che lo avevano praticamente disconosciuto. Un tragico evento che sicuramente ha segnato la sua vita così come, fa intendere lei stessa, quella dell’amico Gianni Agnelli con il suicidio del figlio Edoardo. I soldi non danno la felicità…
Marina Cicogna – La vita e tutto il resto ha il pregio di fondere, con un andamento naturale, i ricercati materiali d’archivio con la testimonianza della stessa Cicogna. Come però capita spesso in questi lavori, sono proprio le interviste alle cosiddette “teste parlanti” a essere quelle meno incisive, mentre invece quando Marina Cicogna interagisce con gli intervistati, è il caso ad esempio di Jeremy Irons e Ginevra Elkann, si riesce a capire qualcosa in più di lei. In questo senso sono paradigmatiche le parti con la compagna Benedetta che porta il suo cognome perché Cicogna, non propensa al matrimonio tra persone dello stesso sesso, l’ha adottata. Ecco il colpo di coda quando ricorda la sua famosa relazione con Florinda Bolkan, “androgina e di una bellezza assoluta”: «A me non è mai venuto neanche in mente di dire io vivo con Florinda, io sono omosessuale. Ma chi me lo chiede, chi lo vuole sapere? Quando chiudo la porta, sono cazzi miei, faccio quello che voglio. Non ho mai nascosto né esibito tutto questo». (Pedro Armocida, mymovies.it)