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Pacifiction – Un mondo sommerso

26 Aprile , 2023

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Movie Story

venerdì 26 ore 17.20 – 21.00
sabato 27 ore 18.00 – 21.10
domenica 28 ore 17.20 – 20.30
lunedì 29 ore 18.30
martedì 30 ore 21.00 (in vers. or. sott. ita.)
mercoledì 31 ore 17.20 – 21.00

GIOVEDI’ RIPOSO SETTIMANALE

Regia di Albert Serra, con Benoît Magimel, Sergi López, Lluís Serrat, Montse Triola, Baptiste Pinteaux. Titolo originale: Tourment sur les îles. Genere Drammatico, – Spagna, 2022, durata 163 minuti. Uscita cinema giovedì 11 maggio 2023 distribuito da Movies Inspired

UN TRATTATO ESISTENZIALE E POST-COLONIALE DALLE SFUMATURE DA THRILLER SOPITO. UN’ESPERIENZA IPNOTICA (Tommaso Tocci, mymovies.it)

A Tahiti i tramonti sono di colore rosso fuoco, e le autorità locali sono in fermento a seguito di una voce che si è sparsa in giro: il governo francese sta per ricominciare i test nucleari in Polinesia, che tanto male hanno fatto alle isole nel ventesimo secolo. Al centro della vicenda c’è l’esponente di spicco del governo francese sul posto, l’alto commissario De Roller, che intrattiene rapporti diplomatici sia con i funzionari che con la gente qualunque, in un delicato equilibrio politico e personale.

Albert Serra è un regista sempre ortogonale rispetto al mainstream, di cui rifiuta i codici e i compromessi.

Famoso per opere come Historia de la meva mort, La mort de Louis XIV e l’ultimo Liberté, la sua “fuga dal centro” dei gusti popolari prende di solito la forma cronologica di un racconto del passato. Con Pacifiction, Serra parla invece del presente (ma in realtà della Storia tutta) e la sua fuga è invece spaziale, visto che sceglie di rifugiarsi a Tahiti e guardare indietro allo stato della società occidentale con un cannocchiale tagliente e disilluso.

Esperienza cinematografica profondamente sui generis, questo trattato esistenziale e post-coloniale ha sfumature da thriller sopito, come di un intrigo inquietante che però serpeggia appena fuori dall’inquadratura. Inquadratura che invece si popola al suo interno di scene di conversazione – cene e night club e incontri – perché la politica per De Roller è una discoteca, una “stanza buia dove la gente non si guarda più”.

Serra inserisce comunque qua e là degli scorci stupendi che aprono il campo visivo, tra cui va segnalata una scena in mare tra le onde giganti e i surfisti. Anche lì, però, in sella a una moto d’acqua, De Roller non rinuncia all’abito bianco e non smette di cucire la tela del consenso, nel suo fluire costante di panegirici e florilegi, di “se posso aiutare, con piacere” e “non esitate a chiamarmi”. Insieme aristocratico e uomo del popolo, outsider francese e amico dell’isola, Benoît Magimel dà vita a una performance sublime che non solo conferma il suo momento felice (premio César nel 2022 per De son vivant), ma rappresenta per molti versi la forma ultima e definitiva di quei ruoli un po’ tutti simili a loro stessi che ha accumulato nella fase adulta della sua carriera.

La sua voce è una presenza costante nel film e nel corso dei pachidermici 165 minuti di durata assume contorni ipnotici, così come ipnotico è tutto il resto, dai rumori della natura di Tahiti alla musica d’ambiente del night club gestito da Sergi Lopez. Si parla per parlare, e il potere diventa auto-descrizione prima che azione. Il linguaggio di Serra, che spesso improvvisa e varia sul momento l’impostazione della scena, è un tour de force dialogico completamente fine a se stesso che però, nel suo cambiare significato da un momento all’altro, rivela anche verità profonde.

Mentre la paranoia umida e insidiosa prende possesso dell’isola, facendo spuntare ammiragli, spie e sottomarini in questi luoghi stupendi ancora segnati da eventi come quelli del 1995 a Mururoa, Serra ne approfitta per farne una dissertazione filosofica sulla geopolitica e sul colonialismo, la cui eco però è stranamente attutita dalla distanza a cui si trova la Francia e l’occidente tutto. Distanza che, come le forme che ci sembra di distinguere nell’oceano, finisce per far sembrare tutto più surreale e illuminante.