mercoledì 1: ore 18.30 – 21.00
giovedì 2: ore 19.00 (vers. it.) – 21.30 (vers. or. sott. it.)
venerdì 3: ore 17.00 – 21.30
sabato 4: ore 21.20
domenica 5: ore 18.30
lunedì 6: ore 18.30
martedì 7: RIPOSO
mercoledì 8: ore 17.20 – 21.20
Regia di Michael Gracey, con Robbie Williams, Damon Herriman, Alison Steadman, Steve Pemberton, Kate Mulvany. Genere Biografico, – USA, 2024, durata 134 minuti. Uscita cinema mercoledì 1 gennaio 2025 distribuito da Lucky Red.
Il regista visionario Michael Gracey torna a raccontare la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di realizzare i suoi sogni: Robbie Williams.
Straripante, eccessivo e immensamente divertente. Un film seducente come il suo protagonista Robbie Williams.
Recensione di Paola Casella (mymovies.it)
Robert Williams è un bambino timido che vive in una cittadina dello Staffordshire. Il padre possiede un pub e si considera un intrattenitore nato, e il piccolo Robbie vorrebbe dimostrarsi alla sua altezza: peccato che papà sia spesso assente e sempre distratto verso il proprio unico figlio. A 16 anni Robbie entra a far parte della boy band Take That e la sua vita cambia drasticamente, gettandolo in una spirale di successo e assuefazione ad alcolici e droghe che rischierà di mandarlo all’altro mondo. Anche i rapporti con gli altri membri della boy band non saranno idilliaci, avvelenati da gelosie e rivalità. E Robbie continuerà ad essere minato da una sindrome dell’impostore che lo perseguiterà per sempre. Solo quando riuscirà a mettere un fermo alla sua vita spericolata riuscirà a trovare una via di salvezza.
Come Pharrell Williams in Piece By Piece, Robbie Williams ha accettato di far interpretare il biopic Better Man da un alter ego.
Laddove il Pharrell di Piece By Piece era una figura di Lego, il Robbie Williams di Better Man è una scimmia realizzata in grafica computerizzata e basata sull’attore e ballerino Jonno Davies, l’attore con addosso una tuta da motion capture (tipo quella di Andy Serkis per interpretare Gollum ne Il signore degli anelli) che mima i movimenti e le espressioni del vero Robbie Williams.
La scimmia è la personificazione di come Williams percepisce se stesso: una creatura meno evoluta, un subumano incapace di relazionarsi da pari con gli homini sapiens. Ed è una grande idea, perché quel grado di separazione riesce a dare al regista Michael Gracey la massima libertà nel raccontare la storia di un uomo di spettacolo sempre sopra le righe e capace di intrattenere pubblici oceanici con la sua personalità esuberante, ma mai in grado di guardarsi dentro con serenità e gestire una malinconia esistenziale sempre presente.
L’altro asso nella manica di Better Man è la maestria di Gracey, già regista di The Greatest Showman, nel gestire il registro del musical e gli strepitosi numeri di danza di un film che procede a rotta di collo, con un montaggio velocissimo e un’abilità pirotecnica che supera persino quella del più scatenato Baz Luhrmann. Ma al centro della scena, e della trama, resta sempre quella scimmia triste costretta ad esibirsi per chiunque (“Let me entertain you”), con i grandi occhi verdi dall’espressione disperata anche mentre fa del suo meglio per divertire. Una scimmia più vera del vero nel restituire lo sguardo allo stesso tempo folle e straziante di Robbie Williams e la sua energia cinetica incontenibile, il suo magnetismo (è il caso di dirlo) animale e la sua estrema sensualità.
Better Man è esattamente come il suo protagonista: straripante, eccessivo, esagerato, ma immensamente divertente: un tour de force visivo e acustico che ci fa rivivere i successi dei Take That come le grandi performance dal vivo del Willliams solista, senza mai farci dimenticare la dark side di quell’eterno bambino bloccato allo stadio infantile dell’incertezza e della paura di crescere. Anche al massimo del successo Robbie infatti continua a vedere fra il pubblico quel se stesso scimmiesco, un Pinocchio di legno che non diventerà mai veramente di carne.
La strepitosa confezione fa soprassedere ad una trama tutto sommato convenzionale, la classica storia di ascesa, caduta e redenzione di una rock star, senza grandi novità drammaturgiche: ed è un peccato che Gracey e i suoi sceneggiatori non si siano sforzati di più in questo senso. Ma la novità del personaggio scimmiesco che veicola in modo molto efficace il suo alter ego umano, e la padronanza assoluta della regia e della messinscena compensano ampiamente la mancanza di originalità della trama, e rendono Better Man un’esperienza cinematografica adrenalinica e piena della stessa carica seducente di uno dei mitici concerti di Robbie Williams.