venerdì 31 ore 17.00
sabato 1 ore 18.30
domenica 2 ore 20.40
martedì 4 ore 21.20
giovedì riposo settimanale
Regia di Michele Vannucci, con Alessandro Borghi, Luigi Lo Cascio, Emilia Scarpati Fanetti, Denis Fasolo – Italia, 2022, durata 105 minuti. Uscita cinema giovedì 23 marzo 2023 distribuito da Adler Entertainment
UN THRILLER DAL CLIMA NEO-WESTERN CHE HA IL MERITO DI CREARE DUE PERSONAGGI PRINCIPALI DI GRANDE STATURA Tommaso Tocci, mymovies.it)
Tra Ferrara e Rovigo, tra le acque e le nebbie, un gruppo di bracconieri venuti dalla Romania si dedica alla pesca illegale. Tra loro c’è Elia, un uomo del posto che se ne era andato anni prima. Il suo cammino incrocia ben presto quello di Osso, un volontario che assieme alla sorella e alla sua associazione si occupa di difendere l’ecosistema locale. Tra impegno e sopravvivenza, i bracconieri e i volontari si affrontano, mentre di mezzo ci va anche l’ex di Osso, Anna, che si avvicina a Elia.
Altro giro e altra corsa per l’universo in fortissima espansione di Groenlandia, la factory di Matteo Rovere che ormai produce per il cinema e per la TV anche a livello internazionale.
Delta, seconda regia di Michele Vannucci dopo il buon esordio di Il più grande sogno, è un’espressione della “core mission” di Groenlandia, quella che immagina un cinema di genere italiano che sa interpretare il paese e il territorio in tutta la sua specificità.
Come già ne La terra dei figli, stavolta il luogo prescelto è alla fine della pianura padana, tra i tortuosi flussi d’acqua del delta del Po. Un mondo uggioso, popolare, fatto di povertà ma anche di attaccamento identitario alla tradizione del luogo. La legge è inefficace, il che contribuisce a creare un clima da neo-western dove ci si scontra direttamente, senza il tramite del sistema. Oltre ad evocare un ottimo senso dell’ambiente, e a legare la storia a circostanze specifiche della vita reale, il merito più grande del film è di creare due personaggi principali opposti ma di uguale statura, senza buoni e cattivi ma semplicemente prodotti delle rispettive esperienze.
Se Borghi – che di Groenlandia è uno dei volti fissi – propone ancora una volta un personaggio burbero al limite dell’animalesco, è Lo Cascio a raccogliere i meriti di un’operazione cinematografica di questo tipo con un ruolo per lui inedito, che parte da alcuni suoi tratti classici più riflessivi per poi spingerlo fino al limite.
Cinema dai mezzi imponenti e dagli ottimi risultati tecnici, che racconta storie del paese attraverso i codici intensi del thriller e dell’action: la formula di Groenlandia, a cui Rovere diede il via con Il primo re, trova un’altra applicazione encomiabile, che però si porta appresso alcuni difetti storici assieme ai meriti. In particolare le sceneggiature, mai veramente incisive e dettagliate al di fuori dell’idea centrale, sono forse l’anello ancora mancante per far sì che uno di questi film (era successo anche nel 2021 con l’ambizioso Mondocane) faccia davvero il salto definitivo.