per la rassegna “Diversismi – Pistoiainterculturale”
in collaborazione con Centro Interculturale, Cooperativa Pantagruel / Cooperativa Saperi Aperti e Comune di Pistoia
Proposta di Attività in collaborazione e sinergia con il Progetto SPRAR Pistoia 2019
Regia di Daniele Gaglianone, Stefano Collizzolli. Un film con Jessica Cosenza, Lorena Fornasier, Georgia Borderi, Elena Pozzallo. Genere Documentario – Italia, 2018, durata 98 minuti
Quattro donne italiane, di provenienze diverse, sono impegnate, a titolo volontario, nell’accoglienza dei
migranti: Lorena, pensionata di Pordenone, aiuta come può dei pakistani nascosti in rifugi provvisori;
Elena, in un paese vicino della Val di Susa, ospita in casa un ragazzo che ha attraversato a piedi nudi
sotto la neve la frontiera; Jessica è tra i responsabili del centro sociale Rialzo di Cosenza; a Como
Elena cerca ospitalità e fornisce informazioni pratiche agli immigrati.
Co-prodotto da ZaLab di Andrea Segre (‘Io sono Li’, ‘Mare chiuso’, ‘Ibi’, ‘L’ordine delle cose’), che con i
suoi film in questi anni sta mappando sia in chiave di fiction che di documentario cause e conseguenze
delle migrazioni, ‘Dove bisogna stare’ è una dichiarazione di intenti, una presa di posizione che più
chiara non potrebbe essere.
A differenza di molte altre indagini sul tema delle migrazioni, non dà per assodato nulla e cerca di
assumere il punto di vista e le difficoltà di chi arriva nel nostro Paese spesso intendendolo come una
tappa verso altre destinazioni. Non considera scontata nemmeno la complessità burocratica per chi ha
bisogno di asilo, assistenza medica, supporto di mediazione culturale e linguistica, informazione sui
propri diritti e doveri. Tutto quello insomma di cui i privati cittadini, i volontari, gli operatori del sociale e i
gruppi spontanei di solidarietà si occupano da anni nel silenzio quasi totale dei media mainstream, più
concentrati a inseguire le strumentalizzazioni del fenomeno da parte di alcune parti politiche.
In dodici capitoli intitolati alle parole di chi è parte in causa, Dove bisogna stare si pone delle domande
difficili, che evidenziano discriminazione e mettono in crisi, invece di imporre soluzioni semplici a
fenomeni globali complessi.
Nel registrare le difficoltà quotidiane raccolte dalle quattro protagoniste, cadono anche molti illusori
luoghi comuni, come l’aspettativa paternalistica di forme di gratitudine o la possibilità di identificazione
totale in chi arriva. Quello che il film dimostra è che nell’osservare a distanza ravvicinata l’altro,
progressivamente ci si riconosce in lui e si arriva per lo meno a ricalibrare la nostra enorme libertà di
movimento. Ricordandoci che la prima condizione per esprimere un’opinione individuale è il dovere di
informarsi. Fuori concorso in TFF Doc al Torino Film Festival 2018. (Raffaella Giancristofaro, mymovies.it)