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L’appartamento

20 Dicembre , 2018

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Movie Story

Orario spettacoli

venerdì 28: ore 19.15 (versione originale con sottotitoli)
lunedì 31: ore 17.00 (versione italiana)

Usa, 1960
Regia: Billy Wilder
Attori: Jack Lemmon – Bud Baxter, Shirley MacLaine – Fran Kubelik, Fred MacMurray – Jeff Sheldrake, Ray Walston – Joe Dobisch, Jack Kruschen – Dr. Dreyfuss, David Lewis – Al Kirkeby, Hope Holiday – Margie MacDougall, Joan Shawlee – Sylvia, Naomi Stevens – Mildred Dreyfuss, Johnny Seven – Karl Matuschka, Joyce Jameson – La bionda, Willard Waterman – Vanderhoff
Soggetto: Billy Wilder, I.A.L. Diamond
Sceneggiatura: Billy Wilder, I.A.L. Diamond
Fotografia: Joseph LaShelle
Musiche: Adolph Deutsch
Montaggio: Daniel Mandell
Scenografia: Alexander Trauner (Alexandre Trauner)
Arredamento: Edward G. Boyle
Costumi: Forrest Butler – (abiti maschili, non accreditato), Irene Caine – (abiti femminili, non accreditata)
Effetti: Milt Rice
Durata 125′
Colore B/N
Genere COMMEDIA
Specifiche tecniche
35 MM, CINEMASCOPE, PANAVISION
Produzione
THE MIRISCH CORPORATION
Distribuzione
Cineteca di Bologna, Park Circus

Bud Baxter, impiegato in una grande compagnia di assicurazioni, fa una rapida carriera, non per i suoi meriti personali, ma perché, avendo un appartamento da scapolo, ne concede l’uso ai superiori che vi incontrano le loro amichette. In tal modo egli si assicura la loro protezione. Lo stesso capo del personale, Sheldrake, ottiene un giorno da Bud la chiave dell’appartamento; ma questo scopre con profondo rammarico che l’amica di Sheldrake è Fran, una delle addette agli ascensori, ch’egli ama in segreto. Rientrando nell’appartamento, Bud vi trova Fran svenuta. La ragazza si è resa conto che Sheldrake, malgrado le precedenti promesse, non la sposerà, e disperata inghiotte dei sonniferi. Bud chiama un medico e prodiga alla fanciulla le più solerti cure, finchè la vede ristabilita, e poichè ella mostra di amare ancora Sheldrake, decide di salvarla sposandola. Ma quando si presenta al capo del personale per comunicargli i suoi propositi, questi lo previene dicendogli che ha deciso di far divorzio dalla moglie per sposare Fran. Alla fine Sheldrake chiede a Bud la chiave dell’appartamento; ma la richiesta provoca l’energica reazione dell’impiegato, il quale dichiara che non presterà più l’appartamento a nessuno, e contemporaneamente presenta le sue dimissioni dall’impiego. L’atteggiamento di Bud fa comprendere a Fran quanto sia profondo il suo amore per lei: ella tronca ogni relazione con Sheldrake e si rifugia nell’affetto di Bud, ch’ella ormai condivide.

“Mescolare commedia e dramma è notoriamente difficile, ma L’appartamento lo fa sembrare facile. Come un Martini perfettamente dosato, il film ha quel tanto di emozione che basta a compensare il suo paralizzante caustico cinismo. Il risultato è uno dei film più amati e appaganti di Billy Wilder. Tra satira spietata e fascino esuberante, L’appartamento alterna momenti dolorosi come un pugno allo stomaco e scene esilaranti. Ispirandosi a un’idea scribacchiata dopo aver visto Breve incontro (1945), Wilder prende la storia pruriginosa di un impiegato che per far carriera presta il suo appartamento ai superiori in vena di scappatelle e la trasforma in una sorprendente e sentita difesa della dignità umana. Jack Lemmon, mai così divertente e così commovente, è un uomo che fa del suo meglio per conformarsi a una cultura volgare, superficiale e spudoratamente sessista. Shirley MacLaine infonde un brio corroborante in colei che è una vittima di tale cultura, una donna che sembra prendere le distanze da se stessa esprimendo commenti taglienti sul proprio pathos. Sono circondati da un cast di personaggi secondari disegnati con il tratto elastico ed esuberante delle caricature di Al Hirschfeld, cui Wilder e I.A.L. Diamond mettono in bocca battute gioiosamente chiassose e intelligenti. Le scenografie di Alexandre Trauner, valorizzate dall’incisiva fotografia in bianco e nero di Joseph LaShelle in formato widescreen, ricreano con ricchezza e verosimiglianza la New York degli anni Cinquanta. Wilder si portò a casa tre Oscar (sceneggiatura, regia e miglior film) e lasciò agli spettatori la vigilia di Natale più allegramente deprimente, la partita di carte più struggente e forse la più esilarante preparazione di un piatto di spaghetti”. (Imogen Sara Smith)