venerdì 6: ore 17.20
sabato 7: ore 18.30
domenica 8: ore 20.40
lunedì 9: ore ore 19.20
martedì 10: ore 21.20 (ver. or. sott. it.)
mercoledì 11: ore 17.20
Regia di Mike Leigh, con Marianne Jean-Baptiste, Michele Austin, David Webber, Tuwaine Barrett, Ani Nelson. Titolo originale: Hard Truths. Genere Commedia, Drammatico, – Gran Bretagna, Spagna, 2024, durata 97 minuti. Uscita cinema giovedì 29 maggio 2025 distribuito da Lucky Red.
La quintessenza di un film di Mike Leigh: un racconto intimo e sconvolgente su relazioni famigliari distorte dai segreti.
Recensione di Paola Casella (mymovies.it)
venerdì 13 settembre 2024
Pansy è una donna segnata dal dolore dopo la morte della madre e da una vita di privazioni, che ha trasformato quel dolore in rabbia e in una capacità quasi inesauribile di insultare e offendere il prossimo, compresi il marito e il figlio, ma anche i totali sconosciuti che incontra per strada. La sorella minore Chantelle fa del suo meglio per arginare la furia verbale ed emotiva di Pansy, comprendendo fino in fondo la fonte primaria della sua collera. Ma Pansy non riesce ad affrontare le scomoda verità su se stessa, e prosegue nelle sue esternazioni al vetriolo, alienandosi l’affetto e l’empatia di chiunque abbia la sventura di avere a che fare con lei. Per fortuna Chantelle non molla, e forse riuscirà ad aprire un varco nella corazza inscalfibile che Pansy si è costruita per poter continuare a sopravvivere.
Scomode verità è la quintessenza di un film di Mike Leigh: un racconto intimo e sconvolgente su relazioni famigliari distorte dai segreti e le bugie che l’uno ha rispettivamente nascosto o propinato agli altri.
Costruito su premesse quasi comiche, il sedicesimo film del regista inglese over-80 è ancora una volta pronto a mettere a nudo i sentimenti più nascosti dei suoi protagonisti, e a farli esplodere in un tour de force emotivo finale catartico e straziante. Leigh posa su ognuno dei personaggi in scena il suo sguardo compassionevole e gentile, ma non risparmia loro l’esibizione di assortite meschinità e vigliaccherie, né del degrado umano provocato da una sofferenza interiore ingestibile ed egoriferita. Ognuno di loro porta la sua croce, chi con grazia, chi con apparente indifferenza, chi somatizzando e chi scagliandosi contro il mondo a testa bassa.
Al centro di un film dalla scrittura magistrale (sempre di Leigh) che gestisce con altrettanta maestria le sfilze di insulti di Pansy e i dialoghi serrati e dolorosi fra lei e i suoi famigliari, c’è l’intensa interpretazione di Marianne Jean-Baptiste, che qui rovescia completamente l’altra sua memorabile interpretazione in un film di Mike Leigh, ovvero quella di Hortense in Segreti e bugie. La sua Pansy passa dall’essere un personaggio comicamente odioso e respingente a rivelare un’umanità ferita così profondamente da non saper trovare le parole per esprimersi. Ed è davvero inspiegabile che Baptiste non sia stata in prima fila fra le attrici candidate ai massimi premi interazionali del 2024.
Accanto a lei c’è un gruppo di attori altrettanto formidabili, a cominciare da Michelle Austin (anche lei già apprezzata in Segreti e bugie e in un altro film di Mike Leigh, Another Year) nei panni di Chantelle, per proseguire con David Webber che interpreta il marito di Pansy, tanto vittima quanto involontario complice, e con Tuwaine Barrett, il figlio Moses che affronta con passività il malessere materno, cercando disperatamente una via di uscita e di riscatto personale.
Alla fine Leigh ci spinge, anzi ci costringe, a riconoscere l’umanità nascosta in ognuno di loro, e ad abbracciare la loro esistenza danneggiata, comprendendo fino in fondo il loro male di vivere, o il loro tentativo di non rimanere schiacciati dalle dinamiche famigliari in atto. Qui non ci sono mostri, men che meno l’insopportabile Pansy, ma solo esseri umani che cercano di tirare avanti come possono, davanti alle svolte inaccettabili della loro vita e alla violenza delle altrui reazioni di fronte a tanto sconcerto esistenziale.